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Confina a nord e ad ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan ed il Tagikistan, a sud con l'Afghanistan ed il Turkmenistan.

La regione dell’odierno Uzbekistan, già provincia settentrionale dell’impero persiano, dopo aver subito le devastazioni dei mongoli di Gengis Kan (1220), diventò, soprattutto nel secolo XV, culla di cultura ed arte per merito del principe Timur (Tamerlano) e di suo nipote Ulug-Beg.

Samarcanda e Buhara furono i maggiori centri.

Dopo la rivoluzione russa i canati uzbeki, diventarono due repubbliche socialiste (Buhara e Corasmia) di incerta indipendenza e nel 1924 erano ormai sotto completo controllo sovietico.

Da essi, insieme ad altri lembi dell’ex repubblica del Turkestan, nacque l’Uzbekistan (dal nome del mitico khan Özbek) che dal 1925 costituì una Repubblica Socialista Sovietica.

Nel 1969 si sviluppò un forte movimento nazionalista sostenuto da esponenti islamici, ma solo oltre venti anni più tardi l’Uzbekistan sarebbe diventato indipendente.

L'Uzbekistan è lo stato più popoloso dell'Asia centrale.

I suoi 25 milioni di abitanti, concentrati nel sud e nell'est del paese, costituiscono infatti circa la metà della popolazione totale dell'area.

Al tempo dell'Unione Sovietica, era una delle repubbliche più povere e gran parte della popolazione era occupata nella coltivazione del cotone in piccole comunità rurali.

Ancora oggi, buona parte degli abitanti vive nelle campagne e dipende dall'attività agricola per la propria sussistenza.

L'ovest è dominato dalla steppa arida del Kyzylkum che arriva sino all'Aral.

L'Amudar'ja, che segna per un lungo tratto il confine con il Turkmenistan, divide questa zona semidesertica, ricca di giacimenti di gas naturale, dall'altopiano desertico del Karakumy (in territorio turkmeno) e dal deserto dell'Ustjurt, che si estende a ovest dell'Aral sino al Caspio.

Le pianure che circondano il lago d'Aral appartengono alla Repubblica autonoma dei Caracalpachi.

Tra le catene dell'Alatau e dell'Alaj si estende la pianura del Fergana, bacino tettonico lungo 300 chilometri e largo 100, bagnato dal Syrdar'ja e dai suoi affluenti, in cui si concentra una parte rilevante della popolazione.

La frontiera con il Tagikistan taglia queste catene e le valli che le separano in modo assai complesso: la valle del Fergana, per esempio, è separata dalla capitale Taškent da un'enclave tagika.

Il controllo dei corsi d'acqua, essenziale per la vita economica, crea rivalità tra i due paesi.

Il Paese è caratterizzato da un clima continentale con temperature estreme che vanno da un massimo di 40/45 °C ad un minimo di –10/-15 °C.

I periodi migliori per visitare l’Uzbekistan sono la primavera (marzo e aprile) e l'autunno (settembre e ottobre), quando le temperature medie oscillano fra i 20 e i 25°C.

Coloro che invece si recano nel Paese con l’idea del trekking sulle montagne più sorprendenti dell’Asia, il periodo migliore è sicuramente quello estivo.

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Uzbekistan